Welfare aziendale per aumentare il benessere dei dipendenti

man and woman sitting in front of computer in office

Le risorse umane della tua azienda dedicano al lavoro una buona fetta della loro giornata ed è importante che ti assicuri che siano motivate. In genere, infatti, i dipendenti più soddisfatti hanno performance migliori, sono più proattivi e più fedeli all’azienda.

Uno dei metodi per mantenere alto il morale è predisporre un piano di welfare aziendale. Scopri cosa si intende con questo termine e i vantaggi che comporta sia per l’azienda, sia per i dipendenti. Ti forniremo anche qualche esempio pratico a cui potrai ispirarti.

Punti chiave

  • Il welfare aziendale prevede una serie di beni e servizi per i dipendenti al fine di migliorare il loro benessere

  • L’implementazione di un piano di welfare aziendale rappresenta un fattore positivo sia per i dipendenti che per le imprese

  • Un piano di welfare può aumentare la produttività, ridurre l’assenteismo e il tasso di turnover, nonché migliorare la cultura aziendale

  • I servizi di welfare sono deducibili dal reddito aziendale, anche se occorre rispettare alcuni criteri stabiliti dalle normative

Cos'è il welfare aziendale?

Il termine “welfare” fu coniato nel Regno Unito dopo la prima guerra mondiale; inizialmente venne utilizzato per indicare misure statali volte al benessere della popolazione. Il termine è poi stato adottato dal mondo delle imprese (in cui si parla più specificamente di “welfare aziendale”).

Treccani fornisce la seguente definizione: “Per welfare aziendale si intende il complesso delle erogazioni e prestazioni che un’azienda riconosce ai propri dipendenti con lo scopo di migliorarne la vita privata e lavorativa”. I piani di welfare aziendale prevedono l’erogazione di beni, servizi e iniziative volti ad aumentare il benessere (e spesso il potere d’acquisto) dei dipendenti e delle loro famiglie.

Le misure di welfare possono riguardare diversi ambiti: dalla sanità alla previdenza, dall’istruzione alla cultura, fino ad arrivare alla cura della persona e al tempo libero. In alcuni casi il datore di lavoro può fornire voucher ai dipendenti, mentre in altri casi i dipendenti possono chiedere il rimborso di spese già sostenute.

A differenza della normale retribuzione, i premi elargiti nell’ambito del welfare aziendale non concorrono alla formazione di reddito imponibile e sono esenti da tasse e contributi. Al tempo stesso, l’azienda può godere della deducibilità degli importi erogati (rispettando determinati limiti).

I vantaggi del welfare aziendale

Investire in un sistema di welfare aziendale determina una migliore soddisfazione dei dipendenti ed è anche un buon investimento per le imprese. Vediamo insieme i vantaggi per entrambe le parti:

I vantaggi del welfare aziendale per l'impresa

Quali benefici ci sono per le aziende che offrono un piano di welfare aziendale?

I vantaggi del welfare aziendale per i lavoratori

Il welfare aziendale è uno dei tanti modi per prendersi cura dei propri dipendenti, che possono pertanto godere dei seguenti benefici:

  • Voucher, buoni pasto e altre iniziative di welfare aziendale permettono ai dipendenti di integrare la propria retribuzione

  • I lavoratori si sentono maggiormente apprezzati e sono più sereni: ciò determina un clima aziendale più positivo

  • Grazie ad alcune iniziative di welfare, il personale riesce a conciliare meglio la vita lavorativa e quella privata

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Come funziona il welfare aziendale?

Il welfare aziendale permette ai dipendenti di usufruire di svariati beni o servizi offerti dall’azienda. Alcuni di questi sono prepagati (ad esempio nel caso dei buoni pasto, dei voucher o delle carte regalo), mentre in altri casi sono previsti rimborsi in busta paga o direttamente sul conto corrente (ad esempio nel caso delle assicurazioni sanitarie integrative). Nell’ambito del welfare aziendale, infine, è possibile stipulare convenzioni per usufruire di determinati servizi (ad esempio palestre, piscine, musei, cinema, asili nido) a tariffe agevolate.

Per la modulazione dell’offerta di welfare aziendale l’impresa deve innanzitutto calcolare il budget a sua disposizione. Le PMI potrebbero disporre di fondi più limitati rispetto alle multinazionali, ma esistono molte opzioni dal costo ridotto. Inoltre, non bisogna dimenticare che tali costi sono deducibili.

Per semplificare la gestione di questa iniziativa, le aziende possono affidarsi a società di servizi che offrono pacchetti già pronti, ad esempio le società che forniscono buoni pasto. Un’altra soluzione spesso proviene da enti a cui le imprese sono affiliate o dai contratti nazionali. È il caso, ad esempio, dell’assistenza sanitaria integrativa prevista per i dipendenti afferenti a determinati CCNL.

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Strumenti di welfare aziendale 

Le aziende possono optare per diverse tipologie di buoni, rimborsi e convenzioni. Queste modalità vanno a sostegno del reddito dei dipendenti, in quanto apportano un beneficio economico diretto.

Vi sono poi strumenti a cui le aziende possono ricorrere e che non hanno un costo diretto. Tra questi troviamo ad esempio la concessione di congedi, permessi o giorni di ferie extra (in aggiunta ai giorni di ferie obbligatorie previsti dalla legge), la flessibilità oraria o la possibilità di smart working.

A seconda della modalità di erogazione dei fondi o dei rimborsi, possiamo distinguere tra i seguenti tipi di benefit:

  • Rimborso sul cedolino: dopo aver sostenuto la spesa, il dipendente presenta la ricevuta e richiede un rimborso, che viene erogato con la busta paga. Questo metodo è quello generalmente utilizzato per i servizi di assistenza all’infanzia o agli anziani.

  • Rimborso sull’IBAN: il dipendente ottiene il rimborso della spesa sostenuta sul proprio conto corrente. È ciò che succede in genere per le spese sanitarie.

  • Acquisto diretto: l’azienda acquista beni o servizi su richiesta del dipendente utilizzando il suo conto welfare, senza passaggi di denaro né rimborsi.

  • Buoni, voucher, card prepagate: il dipendente riceve un buono prepagato, fisico o digitale, che può spendere direttamente. È il caso delle carte carburante o delle shopping card.

  • Versamento a nome del dipendente: questa è la modalità prediletta per le aziende che offrono un servizio di previdenza complementare o benefit assicurativi. I fondi vengono versati direttamente nel fondo scelto dal lavoratore.

Esempi comuni di welfare aziendale

Ecco alcuni esempi per come incentivare i propri dipendenti per mezzo di un piano di welfare aziendale:

  • Assicurazione sanitaria integrativa (eventualmente estesa anche ai familiari)

  • Convenzioni con studi medici o check up periodici gratuiti

  • Assicurazione dentale o convenzioni con studi dentistici

  • Previdenza integrativa (fondi pensione)

  • Buoni pasto

  • Buoni benzina

  • Rimborsi sugli abbonamenti ai mezzi pubblici

  • Buoni per la spesa e shopping card

  • Voucher per baby sitter e asili nido

  • Asilo nido aziendale

  • Voucher per l’assistenza alle persone anziane o non autosufficienti

  • Congedi aggiuntivi (ad es. prolungamento del congedo di maternità o paternità, ferie o permessi extra)

  • Buoni o rimborsi per corsi di formazione

  • Rimborso spese per libri scolastici

  • Convenzioni e buoni per attività culturali (musei, teatri, librerie)

  • Convenzioni e buoni per il tempo libero (cinema, viaggi, terme)

  • Convenzioni e buoni per le attività sportive (palestra, piscina, altri sport)

  • Servizi in azienda (frutta, snack o bevande gratuiti, servizi di delivery, servizi di lavanderia, maggiordomo aziendale, ecc.)

  • Attrezzature e dispositivi aziendali (computer, smartphone, auto aziendale)

  • Piani di stock option

Esempi innovativi di welfare aziendale

Oltre agli esempi più diffusi di welfare aziendale, come i buoni pasto, le carte carburante o l’assicurazione sanitaria integrativa, esistono anche modalità innovative. Di seguito ti forniamo alcune idee che ti permetteranno di distinguere la tua offerta di welfare aziendale da quella delle altre aziende.

1. Supporto per la salute mentale 

La salute mentale è considerata sempre più importante per il benessere complessivo dell’individuo. Ecco quindi che le aziende possono tutelare i loro dipendenti fornendo servizi di assistenza per la salute mentale, come sessioni private di consulenza psicologica (sia in presenza, sia online) o l’accesso ad apposite risorse.

2. Orari flessibili e smart working 

Gli orari flessibili permettono ai dipendenti di coniugare meglio le proprie esigenze personali con quelle lavorative. Questo benefit è spesso abbinato alla possibilità di fare smart working, una modalità di lavoro agile che ha preso piede con la pandemia di Covid-19 e che apporta vantaggi sia ai dipendenti, sia alle aziende.

3. Equilibrio tra lavoro e vita privata 

Le iniziative volte a migliorare il proprio work-life-balance, ovvero il bilanciamento tra vita privata e lavorativa, sono in genere molto apprezzate. Si possono offrire ai dipendenti attività ricreative o sportive (come corsi d’arte, corsi di yoga, buoni per l’iscrizione in palestra o piscina).

4. Telemedicina per tutti i dipendenti 

L’ultima frontiera in ambito sanitario è la telemedicina: le aziende possono offrire ai dipendenti la possibilità di collegarsi ad apposite piattaforme per consultare medici o altri operatori sanitari da remoto. In questo modo possono ricevere cure a distanza per problemi di salute minori, risparmiando tempo.

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Come gestire l'implementazione di benefit del welfare aziendale? 

Nell’ambito della gestione delle risorse umane, il welfare aziendale può dare un enorme contributo: oltre a integrare la retribuzione dei dipendenti, questa iniziativa può aumentare la fidelizzazione del personale. Tuttavia, per gestire al meglio il piano di welfare aziendale, occorre prestare attenzione ad alcuni aspetti, che vedremo di seguito.

Informare nuovi assunti durante la fase di onboarding 

Informa i neoassunti dei vari benefit disponibili e di come fare per usufruirne sin dalla fase di onboarding. Puoi anche predisporre un vero e proprio manuale in cui riportare le convenzioni attive. Non dimenticarti di informare tutto il personale in caso di modifiche o aggiunte ai benefit esistenti.

Misurare i costi dei benefici relativi al welfare aziendale 

Raccogliendo dati precisi sui costi del welfare aziendale e sull’uso che ne fanno i lavoratori, potrai valutare l’andamento dell’iniziativa ed eventualmente rimodularla. I costi vivi dell’iniziativa e la deducibilità fiscale possono essere tenuti sotto controllo dal dipartimento finanziario.

Tuttavia, anche l’ufficio delle risorse umane può fornire utili informazioni. Ad esempio, può valutare e monitorare anche la soddisfazione dei dipendenti, la riduzione dei tassi di assenteismo e di turnover e la percezione che i candidati hanno dell’azienda nella fase di recruiting.

Usare un software per la gestione delle risorse umane

Per la gestione dei piani di welfare puoi farti assistere alla tecnologia. Utilizzando un software per la gestione HR come Personio puoi monitorare la situazione dei benefit e del loro utilizzo da parte del personale.

La normativa in Italia sul welfare aziendale 

Un piano di welfare aziendale presenta vantaggi a livello reddituale e fiscale sia per i dipendenti, sia per le imprese. Per quanto riguarda i lavoratori, il riferimento è il comma 2 dell’art. 51 del TUIR, in cui vengono elencate le misure che “non concorrono a formare il reddito” da lavoro dipendente. I commi 3 e 4 prevedono ulteriori deroghe relative ai fringe benefit e ad alcune tipologie specifiche di benefit. 

Per quanto riguarda le aziende, ecco le diverse possibilità:

  1. Se il welfare aziendale è stabilito nel CCNL di riferimento, l’azienda deve obbligatoriamente fornirlo ai propri dipendenti, ma il costo è deducibile al 100%

  2. Se il welfare viene erogato dall’azienda in modo discrezionale (in termini di modalità e importi), il costo è deducibile al 100% purché si rimanga sotto la soglia dei fringe benefit (pari a 258,23 € annui) o un regolamento aziendale lo indichi come obbligatorio.

  3. Un’altra opzione consiste nel convertire i premi di produzione in welfare per mezzo di un accordo sindacale. Anche in questo caso la deducibilità è al 100%, ma occorre rispettare alcuni criteri (premio basato su fattori misurabili stabiliti in anticipo; reddito annuo del dipendente inferiore a 80.000 € e importo massimo del premio pari a 3.000 € all’anno).

Conclusione

I piani di welfare aziendale sono uno strumento sempre più diffuso per aumentare la motivazione del personale e fidelizzarlo. Non solo: poiché i dipendenti più soddisfatti sono anche più produttivi, il welfare aziendale va considerato un investimento che ti permetterà di ottenere performance migliori. Il welfare aziendale costituisce anche un beneficio fiscale per l’impresa, in quanto si tratta di una spesa deducibile.

Domande frequenti

Dopo aver letto l’articolo hai qualche domanda sul welfare aziendale? Consulta le nostre domande frequenti, potresti trovare le risposte di cui hai bisogno.

Come assicurarsi che il personale apprezzi l’offerta di welfare aziendale?

Per garantire che tutto il personale sia soddisfatto dei beni e servizi inclusi nel welfare aziendale, l’ideale è offrire benefit variegati, dall’assicurazione sanitaria integrativa ai voucher per l’asilo nido, dalla flessibilità oraria ai giorni di ferie aggiuntivi, fino alle iniziative culturali e per il tempo libero. In questo modo potrai soddisfare le esigenze di tutti i dipendenti, indipendentemente da genere, età, carichi famigliari, livello retributivo.

In che modo il welfare aziendale permette di attrarre i talenti?

Le aziende che offrono piani di welfare aziendale si distinguono dalla concorrenza e risultano più appetibili per gli eventuali candidati. Non si tratta solo di un discorso economico: mettendo al centro il benessere psico-fisico dei tuoi dipendenti (attuali e potenziali) potrai infatti migliorare la tua reputazione.

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