Selezionare i candidati migliori? Non è un sogno
Trova i tuoi talenti con PersonioColloquio di lavoro: quali sono le domande più frequenti?
Nel processo di selezione del nuovo personale, un ruolo fondamentale è rivestito dal colloquio di lavoro. Durante questo breve incontro, il recruiter potrà conoscere meglio la persona selezionata sulla base del curriculum vitae e capire se abbia il profilo giusto per l’azienda.
Il colloquio è uno dei momenti più temuti da chi cerca lavoro, ma è cruciale anche per l’intervistatore. In questo articolo indicheremo le fasi in cui si articolano i colloqui di lavoro e analizzeremo le domande più comuni, da cui potrai trarre ispirazione.
Punti chiave
Durante un colloquio di lavoro il recruiter o il responsabile di una società intervistano un potenziale candidato per un determinato ruolo.
I colloqui in genere prevedono una sezione introduttiva, quesiti sull’esperienza e sulle competenze del candidato, nonché domande volte a valutare le sue attitudini e la sua motivazione.
Il recruiter può anche formulare richieste più complesse, volte a testare la capacità del candidato di reagire in situazioni di stress.
Contenuti
- 1Come deve essere strutturato un colloquio di lavoro?
- 2Domande introduttive per un colloquio di lavoro
- 3Domande sulla storia lavorativa
- 4Domande per indagare la motivazione verso il ruolo
- 5Domande sulle competenze (hard skill)
- 6Domande per testare le competenze trasversali (soft skills)
- 7Domande sugli obiettivi professionali e di carriera
- 8Le dieci domande difficili al colloquio di lavoro
- 9Quali domande sono vietate durante colloqui di lavoro?
- 10Domande da porre all’intervistatore: le possibili domande dei candidati
- 11Conclusione
- 12Domande frequenti
Come deve essere strutturato un colloquio di lavoro?
Le prime fasi della procedura di recruiting prevedono la raccolta dei requisiti, la pubblicazione dell’annuncio di lavoro e l’analisi dei CV ricevuti. Per tenere traccia dei vari passaggi, è possibile ricorrere al software di recruiting basato sul cloud di Personio. La fase successiva, tuttavia, non può essere svolta con un software, ma richiede un’interazione a tu per tu: parliamo del colloquio di lavoro.
Il colloquio consiste in un’intervista (in inglese, infatti, si chiama proprio “interview”) volta a raccogliere maggiori informazioni sul candidato. Costituisce un importante punto di contatto, tanto che una gestione positiva dei colloqui si riflette sull’employer branding. Ecco perché è importante organizzare al meglio la struttura dell’incontro nell’ottica del candidate journey.
Ma come strutturare un colloquio di lavoro? Dopo una prima fase introduttiva, sarà possibile passare a domande più approfondite sull’esperienza pregressa del candidato, sulle sue competenze tecniche e trasversali e sulla sua motivazione. Sarà il momento giusto per valutare anche le sue reazioni in condizioni stressanti e impreviste, ponendo qualche domanda a trabocchetto. Infine, è sempre opportuno prevedere qualche minuto per le eventuali domande del candidato: anche queste potrebbero essere rivelatrici delle sue attitudini.
Le domande preferite dei team HR
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Scarica tutte le domandeDomande introduttive per un colloquio di lavoro
Il candidato ha raggiunto il tuo ufficio in orario, vi siete presentati, avete raggiunto la stanza dedicata al colloquio e vi siete accomodati ai lati opposti della scrivania. Come dare ufficialmente il via al colloquio di lavoro? Di seguito troverai alcune domande ideali per rompere il ghiaccio e qualche suggerimento sulle risposte migliori.
Parlami un po’ di te – Questa è una domanda molto vaga e per questo molto temuta. Non bisogna parlare della propria vita personale, ma delineare un profilo professionale, cercando di dimostrarsi spigliati e sicuri di sé.
Perché hai seguito questo corso di studi? – Il candidato dovrebbe prepararsi una risposta esaustiva che illustri il suo percorso, soprattutto se ha svolto lavori lontani dal suo ambito di studio.
Parlami delle tue esperienze pregresse – Questa domanda può sembrare ripetitiva, in quanto l’azienda ha già visionato il CV del candidato; in realtà, essa permette di approfondire aspetti che non si riescono a sintetizzare nel CV.
Da quanto tempo svolgi il lavoro attuale? – Anche questa domanda trova risposta nel CV, ma è possibile sfruttarla per illustrare meglio la propria occupazione attuale.
Di cosa si occupa l’azienda per cui lavori? – Il candidato può descrivere il settore merceologico in cui opera, dimostrando la sua competenza in materia.
Domande sulla storia lavorativa
Sebbene le esperienze lavorative siano già riportate nel curriculum vitae, in fase di colloquio il recruiter cercherà di carpire quei dettagli che dal CV non emergono, come i successi ottenuti o le difficoltà che l’intervistato ha dovuto affrontare e superare. Il candidato potrà anche sottolineare le competenze acquisite nei precedenti lavori e che gli potrebbero essere utili nel nuovo ruolo.
Quali sono le tue responsabilità attuali? – Non occorre ripetere pedissequamente il contenuto del CV, bensì approfondire gli aspetti su cui ad esempio si ha potere decisionale o gestionale.
Com’è organizzata la tua giornata lavorativa? – Il focus è sui dettagli della quotidianità. Il candidato potrà approfittarne per mettere in luce le proprie competenze.
Hai esperienza nel campo X? –Il candidato potrà rassicurare il recruiter sulle proprie competenze in un determinato campo e che possono essere utili per il ruolo.
Parlami di un tuo grande successo – Con questa domanda, il recruiter mira ad analizzare i punti di forza del candidato, nonché la sua percezione e consapevolezza del proprio operato. È consigliabile prepararsi in anticipo alcuni casi.
Parlami di un errore che hai commesso – Il recruiter non intende giudicare eventuali errori passati del candidato, ma comprendere le soluzioni adottate e le lezioni apprese. Pertanto, consigliamo di scegliere con cura l’errore di cui parlare.
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ingaggia i tuoi talentiDomande per indagare la motivazione verso il ruolo
Nella maggior parte dei casi, si cerca lavoro per necessità. Se però una persona lavora con passione e in piena armonia con i valori aziendali, ciò non potrà che portare a risultati migliori. In questa fase il recruiter può scoprire le motivazioni del candidato e la sua etica professionale.
Perché dovremmo scegliere te? – Generalmente, il candidato pensa (e spera) di essere l’opzione migliore per quel ruolo. Dovrà però riuscire a illustrare i vantaggi che potrebbe apportare all’azienda.
Quali sono i tuoi valori fondamentali? – Se il candidato ha consultato la Mission dell’azienda e ne conosce i valori fondanti, potrà mettere in risalto ciò che lo accomuna al potenziale datore di lavoro.
Quali sono gli aspetti che preferisci del tuo lavoro? – A questa domanda è preferibile non rispondere “lo stipendio” o “i giorni liberi”. Il candidato può illustrare i compiti in cui eccelle e sottolineare i suoi punti di forza.
Sei disposto/a a fare straordinari? – La risposta a questa domanda può dare al recruiter un’idea della disponibilità complessiva del candidato.
Sei disposto/a ad effettuare viaggi/trasferte? – Se il ruolo prevede trasferte, frequenti oppure occasionali che siano, è utile verificare fin dalle fasi di selezione quanto il candidato sia propenso a svolgere queste attività.
Domande sulle competenze (hard skill)
Le hard skill sono competenze tecniche, acquisite tramite corsi di formazione o sul campo, e che permettono di espletare i propri compiti. Di seguito troverai alcuni spunti.
Quali software sai usare? – Le competenze informatiche sono ormai imprescindibili in molti lavori.
Qual è il tuo livello di inglese? – Anche la conoscenza dell’inglese è richiesta in molti ambiti. Consigliamo ai candidati di effettuare un’autovalutazione del proprio livello prima del colloquio.
Quali altre lingue straniere parli? – Oltre all’elenco di lingue parlate, è sempre bene fornire indicazioni sincere sul proprio livello di competenza.
Quali strumenti utilizzi nel tuo lavoro quotidiano? – In questa risposta si può entrare negli aspetti più tecnici del proprio operato.
Quando hai imparato a usare questo strumento? – In questo caso, il candidato dovrà fornire indicazioni sulla sua formazione teorica e sul campo.
Domande per testare le competenze trasversali (soft skills)
Il termine “soft skill”, o competenze trasversali, indica le capacità personali maturate nel corso della propria vita e carriera. Queste competenze faranno sempre parte del bagaglio di un individuo, indipendentemente dal lavoro svolto. Ecco alcune domande tipo sulle soft skill, a cui si può rispondere anche portando esempi pratici.
Com’è la tua resistenza allo stress? – In alcuni periodi di picco, i ritmi di lavoro elevati possono logorare: ecco perché è importante dimostrare di saper reggere alla tensione.
Hai doti di problem solving? – In ogni tipo di lavoro possono capitare intoppi: riuscire ad affrontarli senza farsi prendere dal panico è un grande vantaggio.
Come descriveresti le tue capacità comunicative? – Saper ascoltare ed esprimersi in modo chiaro sono qualità molto importanti sia per la collaborazione con i colleghi, sia per una corretta gestione dei rapporti con la clientela.
Sai gestire le priorità? – Nei periodi più frenetici, saper comprendere quali compiti siano prioritari rispetto ad altri permette di massimizzare i risultati.
Sei capace di lavorare in team? – La collaborazione è fondamentale e per lavorare bene in team occorrono buone doti comunicative ed empatia.
Domande sugli obiettivi professionali e di carriera
Molte aziende vanno fiere del proprio piano di formazione del personale, e anche il candidato potrebbe essere molto interessato al piano di sviluppo professionale offerto ai dipendenti. Per verificare se aspettative del candidato e obiettivi aziendali siano allineati è possibile porre alcune domande.
Segui un piano di formazione continua? – Il candidato potrà illustrare tutti gli eventuali corsi svolti privatamente o tramite l’attuale datore di lavoro.
Quali competenze vorresti acquisire in futuro? – Il candidato può parlare delle sue aspettative future in termini di formazione e illustrare l’applicabilità di tali competenze al ruolo in questione.
Quali risultati speri di raggiungere nella nostra azienda? – Questo genere di domanda mira a esplorare l’evoluzione personale e professionale desiderata.
Quali sono le tue aspettative professionali? – Il candidato può parlare delle proprie aspettative sia a breve, sia a lungo termine. In questo modo potrà mostrare la sua eventuale propensione alla pianificazione e alla crescita.
In futuro vorresti assumere ruoli direttivi? – La risposta dipende dall’ambizione (o dalla mancanza di essa) del candidato, che dovrà rispondere in modo sincero, ma anche tenendo conto delle specifiche del ruolo oggetto del colloquio.
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Scarica qui il modelloLe dieci domande difficili al colloquio di lavoro
Esistono domande che possono mettere in difficoltà il candidato, tanto che alcune sono considerate “domande trabocchetto”, in quanto risultano spiazzanti. Spesso queste domande non hanno una risposta giusta o sbagliata. Inoltre, più della risposta in sé, il recruiter potrebbe valutare la capacità di reazione del candidato di fronte a una situazione non pianificata e stressante, nonché le sue soft skill.
Descriviti con una parola – Una parola sola, non una di più! Nella risposta occorre puntare sui propri pregi e individuare quello che più si allinea al profilo ricercato.
Quali sono i tuoi maggiori pregi? – È una domanda piuttosto frequente ed è importante prepararsi prima, individuando i propri punti di forza che potrebbero essere più utili all’azienda (come proattività, resistenza allo stress, capacità di lavorare in team).
Quali sono i tuoi peggiori difetti? – Anche questa risposta può dire molto di una persona. È bene evitare i difetti che possono costituire uno svantaggio sul lavoro (ad esempio la tendenza a essere sempre in ritardo), ma individuare quelli che possono avere anche risvolti positivi (come ambizione, meticolosità, tendenza all’autocritica).
Dove ti vedi tra 5/10 anni? – Questa domanda permette di capire se la persona è ambiziosa o meno e, soprattutto, se la sua eventuale ambizione è allineata a ciò che l’azienda si aspetta in termini di evoluzione di carriera.
Perché vorresti lavorare per noi? – Un candidato preparato e interessato avrà sicuramente fatto ricerche sull’azienda prima del colloquio (settore, dimensioni, volume d’affari, valori portanti, ecc.) e potrà quindi rispondere in modo articolato.
Perché vuoi cambiare lavoro? – I motivi possono essere molteplici; l’importante è non denigrare l’azienda per cui si sta attualmente lavorando, in quanto ciò si rifletterebbe in modo negativo sul colloquio. In assenza di motivi più pratici (distanza, orari, tipologia di lavoro…) è meglio puntare sulla ricerca di nuovi stimoli o di nuove opportunità di crescita professionale.
Che stipendio ti aspetti? – Se il candidato lavora, probabilmente mirerà ad ottenere un aumento della sua retribuzione. Non c’è nulla di male a parlarne chiaramente, ma è bene giustificare al recruiter perché si pensa di meritare tale cifra.
Che cos’hai fatto nel periodo in cui non hai studiato/lavorato? – Questa domanda viene posta in genere se vi sono “buchi” nel curriculum vitae. È importante non mentire, ma valorizzare invece le esperienze fatte in quel periodo (sia che si tratti di impegni famigliari, pause per malattia, periodi sabbatici…).
Come reagisci alle critiche? – Questa domanda comportamentale permette di approfondire il modo di reagire dell’intervistato. Nella risposta occorre limitarsi a parlare della propria sfera professionale, mostrando di accettare le critiche in modo costruttivo.
Qual è il tuo libro preferito? – Questa e altre domande (su film, citazioni o anche viaggi, ad esempio) che sembrano interessarsi della vita personale del candidato permettono in realtà di esplorare le sue reazioni e le sue attitudini.
Quali domande sono vietate durante colloqui di lavoro?
Alcune domande non possono essere poste durante un colloquio di lavoro. Oltre a non essere rispettose ed eticamente corrette, sono anche espressamente vietate dalla legge. Si tratta infatti di domande discriminatorie o che violano la privacy del candidato.
Secondo l’Art. 27 del Codice delle Pari Opportunità, ad esempio, non è possibile informarsi su:
Stato matrimoniale del candidato
Eventuali gravidanze o figli
Desiderio di avere figli
Inoltre, secondo il D.lgs 216/2003, non è possibile discriminare i candidati in base a convinzioni personali, età, orientamento sessuale, disabilità, mentre il D.lgs 276/2003 tutela i candidati dalle discriminazioni legate alla salute fisica e psicologica. Infine, il D.lgs 215/2003 vieta di informarsi su etnia, provenienza, nazionalità, fede religiosa, ma anche ideologia politica del candidato.
Domande da porre all’intervistatore: le possibili domande dei candidati
Il colloquio di lavoro è un ottimo momento per conoscersi meglio e ciò vale per entrambe le parti. Oltre alla funzione informativa in sé, porre domande all’intervistatore permette anche al candidato di dimostrare il proprio interesse per l’azienda.
Le domande all’intervistatore possono riguardare diversi aspetti: dalle responsabilità che si rivestiranno in azienda alle modalità di valutazione delle performance, fino alle domande sui valori aziendali. Le domande possono anche riguardare le fasi successive del processo di selezione.
Ecco una selezione di domande che si potrebbero porre al recruiter:
Su che tipologia di progetti lavorerò e quali competenze ritenete necessarie?
Come si svolgerebbe una mia giornata tipo?
Con quali persone o reparti interagirò maggiormente?
Come avverrà la formazione?
Avete programmi di formazione e sviluppo professionale a lungo termine?
Avete un processo di valutazione delle performance dei dipendenti?
Quali sono gli obiettivi attuali e futuri dell’azienda?
Conclusione
Il colloquio di lavoro è un momento di “incontro e scontro” tra datore di lavoro e potenziale candidato. Speriamo che la nostra guida sia stata utile per organizzare una scaletta di domande o preparare le tue risposte. In questo modo potrai trarre il massimo dal tempo a disposizione per il colloquio. In bocca al lupo!
Domande frequenti
I colloqui di lavoro sono un passaggio cruciale nella procedura di selezione del personale. Se hai altri dubbi, puoi consultare le domande frequenti che abbiamo raccolto di seguito.
Qual è la durata ideale di un colloquio di lavoro?
In media i colloqui durano dai 30 ai 45 minuti. Data la durata relativamente breve, è essenziale prepararsi in anticipo e rimanere concentrati e attenti.
Quali domande non si dovrebbero porre all’intervistatore?
Durante un colloquio, i candidati hanno la possibilità di informarsi meglio sul ruolo e sull’azienda. Tuttavia, è consigliabile evitare alcune domande. Ad esempio, un candidato serio dovrebbe informarsi in anticipo in merito al settore di attività dell’azienda e dovrebbe memorizzare i requisiti riportati nell’annuncio di lavoro. In secondo luogo, è meglio evitare di stressare il recruiter chiedendo subito l’esito del colloquio.
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