Certificato di malattia: come funziona, diritti e obblighi

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Capita che un dipendente si ammali e non sia in condizioni di effettuare la prestazione lavorativa. In questi casi di temporanea impossibilità a lavorare, il dipendente avrà diritto a ricevere il relativo trattamento previdenziale. Tuttavia, dovrà anche presentare un certificato medico che attesti l’impossibilità di lavorare e giustifichi la sua assenza. In questo articolo ti illustreremo i diritti e i doveri a cui sono soggetti i dipendenti in caso di malattia.

Punti chiave

  • Il dipendente che non possa prestare la sua attività lavorativa perché malato dovrà avvisare l’azienda della sua assenza e richiedere al medico il relativo certificato di malattia.

  • Il certificato di malattia verrà trasmesso per via telematica all’INPS e il dipendente dovrà comunicare il numero di protocollo al datore di lavoro.

  • Nei giorni di assenza per malattia, il dipendente riceverà un’indennità e avrà il diritto a conservare il posto di lavoro fino al termine del periodo di comporto.

  • Il dipendente potrebbe essere soggetto ad accertamenti (la cosiddetta “visita fiscale”), nel rispetto delle fasce orarie di reperibilità.

Cos’è il certificato di malattia?

Quando un dipendente si ammala deve fornire al datore di lavoro un giustificativo della propria assenza, onde evitare che la stessa sia ritenuta un’assenza ingiustificata, esibendo un certificato di malattia. Tale certificato indica il numero di giorni di astensione dal lavoro previsti.

Il certificato di malattia può essere redatto da un medico dipendente del Servizio Sanitario Nazionale (come i medici ospedalieri) o da un medico convenzionato con il SSN (come i medici di medicina generale). Il medico invia il certificato per via telematica direttamente all’INPS, che potrà quindi calcolare la relativa indennità di malattia.

Di seguito vediamo quali indicazioni riporta un certificato di malattia:

  • Nome, cognome, qualifica e firma del medico che lo ha emesso;

  • I dati del paziente, che includono l’indirizzo di reperibilità a cui verranno inviate le eventuali visite di accertamento;

  • La diagnosi, ovvero i dettagli sulla patologia che provoca l’assenza del lavoratore;

  • La prognosi, ovvero il numero di giorni di malattia indicati dal medico;

  • Il luogo e la data di rilascio del certificato (quest’ultima farà fede come data di inizio dell’evento malattia).

Il datore di lavoro non è tenuto a conoscere la diagnosi. Per questo motivo, al posto del certificato di malattia completo, il datore di lavoro può ricevere o visionare tramite il portale dell’INPS un attestato di malattia, in cui la diagnosi non è esplicitata. Per visionare tali informazioni, il datore di lavoro avrà bisogno di ricevere il numero di protocollo riportato sul certificato (anche noto come PUC: Protocollo Univoco del Certificato).

Per ulteriori dettagli, l’INPS ha predisposto una pratica guida che illustra il funzionamento del certificato di malattia telematico e delle visite mediche di controllo.

Come viene inviato il certificato medico all’INPS?

A decorrere dal 1° gennaio 2010, come stabilito dalla Legge 4 novembre 2010, n. 183, Art. 25, in tutti i casi di assenza per malattia di dipendenti pubblici e privati la certificazione medica deve essere inviata all’INPS per via telematica direttamente dal medico o dalla struttura sanitaria che la rilascia. Sulla base di quanto indicato dal medico, l’INPS riconoscerà la relativa indennità per il lavoratore, che a seconda dei casi sarà erogata dal datore di lavoro o dall’INPS.

Qualora il medico sia impossibilitato a inviare il certificato per via telematica (ad esempio in caso di visita domiciliare), sarà compito del lavoratore far pervenire il certificato al datore di lavoro e all’INPS. In tale eventualità, il certificato andrà inviato a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno o PEC entro due giorni dalla data di rilascio.

Quali sono i diritti e i doveri in caso di malattia?

La salute dei lavoratori è tutelata fin dalla Costituzione (Art. 32 e Art. 38) e la legge prevede pertanto una serie di diritti per i lavoratori in malattia. Al contempo, la normativa prevede anche alcuni adempimenti a carico del dipendente. Di seguito analizzeremo tali diritti e doveri nel dettaglio.

I diritti dei dipendenti in caso di malattia

Secondo l’Art. 2110 del Codice Civile, il periodo di assenza per malattia deve essere computato nell’anzianità di servizio. L’Articolo stabilisce altresì che il lavoratore assente per malattia ha diritto alla ricezione di un’indennità di malattia (o di una forma equivalente di previdenza o assistenza), secondo quanto stabilito dalla legge o dalla contrattazione collettiva di riferimento.

Inoltre, il dipendente in malattia ha il diritto di conservare il proprio posto di lavoro per un determinato periodo, chiamato “periodo di comporto”. Quest’ultimo è in genere definito dai CCNL, che ne stabiliscono la durata, l’arco temporale di riferimento (anno solare dal primo evento di malattia o anno di calendario) e la modalità di calcolo (secco, ovvero riferito a un singolo evento di malattia, o per sommatoria di più assenze in un dato periodo).

I doveri dei dipendenti in caso di malattia 

Un dipendente in malattia avrà anche alcuni doveri a cui adempiere:

  1. Comunicazione dell’assenza al datore di lavoro: il dipendente dovrà avvisare l’azienda in modo tempestivo dell’impossibilità a prendere servizio per motivi di salute. Tempi e modalità per tale comunicazione sono in genere definiti dai CCNL.

  2. Visita medica e comunicazione del numero di protocollo: lo stato di malessere andrà certificato da un medico, pertanto il dipendente dovrà sottoporsi a un accertamento sanitario. La visita andrà possibilmente effettuata già il primo giorno di malattia. Il medico trasmetterà il certificato di malattia all’INPS per via telematica e rilascerà al lavoratore il numero di protocollo (PUC) da comunicare al datore di lavoro.

  3. Obbligo di reperibilità: il dipendente dovrà essere reperibile all’indirizzo indicato sul certificato di malattia, nell’eventualità che il datore di lavoro richieda un accertamento (visita fiscale). Le fasce orarie di reperibilità sono stabilite dalla legge e dai CCNL (in genere vanno dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, domenica e festivi compresi).

Qualora il dipendente non ottemperi a tali obblighi, potrebbe incorrere in conseguenze. Ad esempio, il dipendente che non comunichi l’assenza per malattia o non presenti il relativo certificato medico potrebbe risultare assente ingiustificato e incorrere nelle relative sanzioni disciplinari.

Allo stesso modo, il dipendente non reperibile alla prima visita di controllo e che non fornisca valida giustificazione all’INPS potrebbe perdere il diritto a ricevere l’indennità economica per i primi dieci giorni di malattia (ulteriori riduzioni al trattamento economico spettante sono previste nel caso in cui il lavoratore risulti assente in modo ingiustificato a una seconda e a una terza visita fiscale).

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Come e quando comunicare la malattia al datore di lavoro?

Il dipendente malato ha l’obbligo di avvisare il datore di lavoro dell’assenza e di comprovarla per mezzo di un apposito certificato di malattia rilasciato da un medico. Di seguito analizzeremo gli aspetti a cui prestare attenzione.

  1. Il contenuto: il certificato di malattia deve presentare informazioni quali i dati del lavoratore (incluso l’indirizzo a cui dovrà essere reperibile), i dati del medico certificatore e la sua firma, la diagnosi e la prognosi (ovvero i giorni di assenza). Il dipendente è tenuto a controllare che i dati inseriti dal medico siano corretti, onde evitare eventuali sanzioni. Il certificato riporta inoltre un numero di protocollo (PUC) che il lavoratore dovrà comunicare al datore di lavoro. Mentre l’INPS può visualizzare il certificato completo, l’azienda può visualizzare solo un attestato di malattia, senza indicazione della diagnosi. 

  2. Il metodo da seguire: è bene notificare al datore di lavoro la propria assenza in modo tempestivo. I metodi possibili sono specificati nel proprio contratto di lavoro o nel CCNL di riferimento, ma in genere è possibile avvisare per mezzo di una telefonata, un’e-mail o un fax. A seguito della visita medica, il lavoratore dovrà poi comunicare all’azienda il numero di protocollo del certificato (PUC).

  3. Le tempistiche: fatte salve cause di forza maggiore, l’assenza va notificata prima dell’inizio della giornata lavorativa o del proprio turno di lavoro. Anche il PUC va in genere trasmesso con tempistiche precise. I CCNL specificano la procedura, indicando tempistiche e modalità: ad esempio, il CCNL del settore Commercio specifica che la malattia e il numero di PUC vanno comunicati immediatamente al datore di lavoro mediante telefonata, e-mail o fax; nel CCNL Metalmeccanici, invece, il lavoratore deve comunicare la malattia entro il primo giorno di assenza (fine turno) e deve inviare il PUC entro il secondo giorno di assenza. Il certificato di malattia deve anche essere presentato nel caso di ferie e malattia.

Cosa deve fare il datore di lavoro con il certificato di malattia?

Il datore di lavoro può consultare l’attestato di malattia di un proprio dipendente accedendo all’apposita pagina del portale dell’INPS. Per accedere al servizio, dovrà inserire:

  • Il codice fiscale del dipendente;

  • Il numero di protocollo del certificato (PUC) ricevuto dal lavoratore;

  • Il codice di controllo.

Facendo clic su “Avvia ricerca” sarà quindi possibile visualizzare le informazioni e salvarle. Tali informazioni andranno trasmesse all’ufficio o al consulente che si occupa dell’elaborazione delle buste paga per il calcolo corretto dello stipendio del lavoratore. Tale calcolo dovrà infatti valutare la durata dell’assenza, la copertura economica della malattia da parte del datore di lavoro nel cosiddetto “periodo di carenza” (i primi tre giorni di malattia), l’indennità a carico dell’INPS e l’eventuale integrazione a carico del datore di lavoro prevista dal CCNL di riferimento.

Conclusione

In questo articolo ti abbiamo illustrato diritti e doveri dei dipendenti in caso di malattia e le procedure da seguire. Le assenze per malattia sono imprevedibili, ma una buona comunicazione all’interno dell’azienda permette di avere sempre la situazione sotto controllo e organizzare al meglio le attività. Il software di gestione delle assenze di Personio permette a Risorse Umane, supervisori e dipendenti di monitorare agevolmente le assenze per malattia e persino di caricare i certificati di malattia, semplificando i processi.

Domande frequenti

Di seguito ti forniremo la risposta alle domande più frequenti in merito alle assenze per malattia.

Il dipendente può rientrare in servizio in anticipo?

Il lavoratore che dovesse presentare un decorso più rapido rispetto alla prognosi e che desideri rientrare al lavoro in anticipo potrà farlo solo dietro presentazione di un certificato medico che rettifichi la prognosi originale. Tale certificato andrà sempre inoltrato per via telematica.

Il datore di lavoro può effettuare accertamenti sullo stato di malattia del dipendente?

Al datore di lavoro è vietato effettuare accertamenti diretti sullo stato di malattia del dipendente. Tuttavia, il datore di lavoro può chiedere all’INPS di eseguire un controllo (la cosiddetta visita fiscale) fin dal primo giorno di malattia, e più volte nel corso dell’assenza per malattia (anche se non nella stessa giornata).

Il dipendente in malattia deve essere sempre reperibile?

No, il dipendente non deve essere reperibile 24 ore su 24, ma deve rispettare le fasce orarie previste dal proprio CCNL (in genere dalle 10 all 12 e dalle 17 alle 19, domenica e festivi inclusi). L’obbligo di reperibilità non si applica ai lavoratori con malattie gravi e che necessitano di terapie salvavita e alle assenze sottese o connesse a situazioni di invalidità riconosciuta.

Che cos’è il periodo di comporto e cosa succede alla sua scadenza?

Con “periodo di comporto” si fa riferimento al totale delle assenze per malattia di un dipendente in un dato periodo di tempo. Alla scadenza di tale periodo il rapporto di lavoro può proseguire regolarmente. Tuttavia, l’azienda ha anche la facoltà di procedere al licenziamento del dipendente, nel rispetto del periodo di preavviso stabilito dal CCNL di riferimento. In tale eventualità l’azienda non deve aprire contestazioni disciplinari né provare l’esistenza di giustificati motivi, ma dovrà comunicare al dipendente che intende procedere al licenziamento in modo tempestivo, in quanto un’attesa prolungata (accompagnata dall’eventuale assegnazione di nuovi compiti al dipendente) potrebbe essere interpretata come una rinuncia al licenziamento.

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