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Inizia subitoL’anno sabbatico: che cos’è e come funziona?
L’anno sabbatico è un periodo prolungato e non retribuito di interruzione dell’attività lavorativa. Può essere concesso ai lavoratori dipendenti, sia pubblici sia di aziende private, a condizione che abbiano maturato almeno cinque anni di anzianità nella medesima azienda.
Secondo la Legge 8 marzo 2000, n. 53, che intende conciliare il tempo dedicato al lavoro e quello dedicato agli interessi individuali, il lavoratore dipendente ha la possibilità di richiedere un periodo di congedo non retribuito per gravi e comprovati motivi familiari, che non superi i due anni, e per la formazione (non oltre gli 11 mesi). I singoli CCNL, ovvero i contratti collettivi nazionali di lavoro, forniscono disposizioni più precise che riguardano i singoli settori. Inoltre, le policy aziendali, in particolare di grandi aziende, possono offrire indicazioni in materia.
In questo articolo ti spiegheremo in modo dettagliato cos’è l’anno sabbatico, come funziona e come gestirlo.
Punti chiave
L’anno sabbatico è un’interruzione dell’attività lavorativa che consente a un dipendente di dedicarsi ad altri interessi e alle sue esigenze personali. È una pratica più diffusa all’estero, ma negli ultimi tempi anche in Italia diverse aziende offrono l’anno sabbatico ai propri dipendenti, considerandolo un benefit non monetario.
Il datore di lavoro non è tenuto per legge a concedere l’anno sabbatico a un dipendente che ne faccia richiesta. Tuttavia, in generale, l’offerta di benefit contribuisce a migliorare il buon nome di un’azienda. Il datore di lavoro potrà così dimostrare di tenere in giusta considerazione il benessere dei dipendenti e il loro miglioramento professionale e individuale.
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Contenuti
- 1Cos’è l’anno sabbatico?
- 2Chi può richiedere un anno sabbatico dal lavoro?
- 3Quando si può prendere un anno sabbatico per formazione?
- 4Si mantiene il posto di lavoro durante l'anno sabbatico?
- 5Il datore di lavoro si può rifiutare di concedere l'anno sabbatico?
- 6Si può fare un altro lavoro durante l’anno sabbatico?
- 7L’anno sabbatico e l’Employer Branding
- 8Come pianificare un anno sabbatico dal lavoro
- 9Conclusione
- 10Domande frequenti
Cos’è l’anno sabbatico?
Denominato “gap year” nei paesi anglosassoni, l’anno sabbatico è un periodo in cui un dipendente usufruisce di un congedo non retribuito non superiore a 11 mesi. Anche in Italia i dipendenti, sia del settore pubblico che di quello privato, possono richiedere al datore di lavoro questo tipo di congedo non retribuito. Il prerequisito è avere maturato un’anzianità di servizio di almeno cinque anni nella stessa azienda.
Nel 2019 Airbnb ha condotto un sondaggio dal quale risulta che il 65% degli italiani vorrebbe concedersi un anno sabbatico. Nello stesso sondaggio, un italiano su tre si dichiara stressato. In effetti, un periodo di interruzione consente al lavoratore di sottrarsi al ritmo frenetico della vita professionale per dedicarsi ai suoi interessi, studiare, viaggiare o impegnarsi in attività di volontariato. Durante l’anno sabbatico il dipendente non percepisce lo stipendio, ma conserva il suo posto di lavoro e potrà quindi ritornare in seguito alla sua attività in azienda con rinnovate motivazioni.
Tranne nel caso di gravi e comprovati motivi familiari, la legge italiana non obbliga il datore di lavoro a concedere un lungo congedo non retribuito al dipendente. L’azienda può non autorizzare il congedo richiesto oppure chiedere che il congedo venga frazionato in periodi più brevi.
Chi può richiedere un anno sabbatico dal lavoro?
Se un dipendente ti ha richiesto informazioni sull’anno sabbatico, consulta la seguente checklist che indica i requisiti necessari e ti aiuta a fornire indicazioni ai dipendenti che intendono usufruire di un lungo periodo di congedo non retribuito.
Il dipendente ha un contratto a tempo indeterminato e ha più di 5 anni di anzianità in azienda.
La richiesta di anno sabbatico deve essere presentata con almeno 30 giorni di anticipo. In questo modo avrai il tempo necessario per sostituire il lavoratore in congedo.
Ricorda al dipendente che l’anno sabbatico non prevede retribuzione. Il lavoratore non avrà diritto neanche ai contributi previdenziali, alla malattia e agli scatti di anzianità. Dovrà preoccuparsi, pertanto, anche di progettare in modo accurato le proprie questioni finanziarie.
Precisa anche che durante l’anno sabbatico non è consentito svolgere un altro lavoro retribuito e che è possibile prendere un anno sabbatico una volta sola nel corso della carriera lavorativa.
Il dipendente dovrà presentare la richiesta di anno sabbatico in forma scritta. Dovrà precisare le motivazioni e indicare l’attività che intende svolgere, evidenziando i vantaggi che l’azienda potrebbe conseguirne.
Le aziende non sono obbligate per legge ad accettare le richieste di anno sabbatico. Tuttavia, è importante non trascurare l’aspetto dell’employer branding.
Il termine previsto per la risposta a una richiesta di anno sabbatico è di 10 giorni.
Quando si può prendere un anno sabbatico per formazione?
In linea generale, le motivazioni per le quali un dipendente richiede la possibilità di usufruire di un anno sabbatico rientrano nella sfera più ampia delle esigenze individuali.
La Legge 8 marzo 2000, n. 53 ha introdotto per la prima volta in Italia la possibilità di prendere “un congedo non retribuito, continuativo o frazionato, per la formazione”.
In particolare, la legge indica esplicitamente, per quanto riguarda le motivazioni, “il conseguimento della licenza media, del diploma di maturità, della laurea” o comunque la partecipazione a corsi di formazione diversi da quelli offerti dal datore di lavoro.
Inoltre, sempre secondo la legge sopra menzionata, il dipendente ha la possibilità di richiedere il congedo non retribuito per “gravi e documentati motivi familiari”. Mentre per l’assistenza a familiari disabili il dipendente potrà usufruire dei permessi retribuiti previsti dalla Legge 104, il congedo non retribuito, per un periodo che non superi i due anni, viene concesso in presenza di determinate patologie o in situazioni di disagio che riguardano il dipendente stesso o un suo familiare.
Inoltre, nei singoli contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) sono riportate le disposizioni alle quali è necessario fare riferimento per la richiesta di anno sabbatico da parte dei dipendenti dei diversi settori. Ad esempio, il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i lavoratori addetti al settore elettrico del 18 luglio 2022, all’art. 32 “Assenze – Permessi e brevi congedi – Cariche pubbliche – Aspettativa”, precisa che in situazioni correlate a “opportunità di accrescimento delle conoscenze, competenze e professionalità del lavoratore o a situazioni familiari rilevanti”, il dipendente può usufruire di un periodo di congedo superiore a un anno e fino a un massimo di 24 mesi.
In generale, una delle motivazioni previste per la richiesta di anno sabbatico è il volontariato. Ad esempio, nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i dipendenti dei settori del Credito e Finanza del triennio 2022/2025, alla voce “Altri congedi e aspettative”, è indicata l’attività di soccorso alpino-speleologico. Alla pagina Internet “Stai pensando di prenderti un anno sabbatico?” l’Unione Europea indica diversi programmi di volontariato presso associazioni operanti in ambito umanitario.
A fronte di una richiesta di anno sabbatico, dunque, il datore di lavoro deve fare riferimento ai contratti collettivi stipulati in Italia per le diverse categorie. Per quanto riguarda la decisione di accettazione, rifiuto o dell’eventuale rinvio del periodo di astensione dal lavoro non retribuito, la comunicazione al dipendente dovrà essere effettuata entro un termine di 10 giorni.
Si mantiene il posto di lavoro durante l'anno sabbatico?
Durante l’anno sabbatico il rapporto di lavoro risulta congelato: ciò significa che, al rientro da questi mesi di pausa, il lavoratore conserverà il posto di lavoro.
Il dipendente che richieda di assentarsi (per un massimo di 11 mesi, continuativi o frazionati, come previsto dalla normativa) dovrà inoltrare una richiesta scritta al datore di lavoro, in cui esporrà le proprie motivazioni. Dovrà illustrare le attività a cui intende dedicarsi in questi mesi di stop lavorativo e i vantaggi che l’azienda potrà trarre da questa pausa (ad esempio qualora il dipendente ne usufruisca per seguire corsi di formazione).
Se il datore di lavoro accetterà la richiesta, il dipendente potrà assentarsi. Tuttavia, in questi mesi non riceverà alcuno stipendio, non avrà diritto a maturare ferie né scatti di anzianità e non potrà nemmeno usufruire delle assenze per malattia o di altre tipologie di congedo. In questo periodo non verranno inoltre versati i contributi previdenziali, anche se il lavoratore avrà la possibilità di versare contributi volontari.
Ricordiamo infine che l’anno sabbatico è previsto una volta sola nella vita: a seguito di un cambio di lavoro, il dipendente che abbia già usufruito di un’assenza di 11 mesi per questa motivazione non potrà richiedere un altro anno sabbatico al nuovo datore di lavoro.
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Il datore di lavoro si può rifiutare di concedere l'anno sabbatico?
Sì, il datore di lavoro ha la facoltà di rifiutare la richiesta di anno sabbatico di un dipendente. L’azienda potrà giustificare il diniego menzionando esigenze organizzative. Potrà altresì accettare la richiesta solo in parte, proponendo una rimodulazione dell’anno sabbatico o un suo frazionamento.
L’anno sabbatico può comunque essere considerato positivo anche per il datore di lavoro: se ad esempio il lavoratore intende dedicarsi alla formazione, a seguito di questa pausa potrà ritornare in azienda con nuove competenze. Inoltre, la disponibilità a concedere un anno sabbatico può essere vista come un benefit non monetario, utile per costruire il proprio employer branding.
Si può fare un altro lavoro durante l’anno sabbatico?
Durante l’anno sabbatico il dipendente non percepisce la retribuzione e non gli è permesso lo svolgimento di un’altra attività lavorativa retribuita. Inoltre, al lavoratore non vengono versati i contributi previdenziali e il periodo sabbatico non rientra nel computo degli scatti di anzianità. Il lavoratore, tuttavia, può usufruire della possibilità di versare di sua iniziativa i contributi previdenziali all’INPS.
Nel caso in cui il lavoratore richieda l’anno sabbatico per la formazione, ad esempio se intende frequentare un corso di specializzazione universitario, potrà richiedere un anticipo sulla liquidazione ovvero sul Trattamento di Fine Rapporto. Potrà così far fronte alle spese che dovrà sostenere.
Il datore di lavoro può sostituire il lavoratore a cui è stato concesso l’anno sabbatico, assumendo un’altra persona. Una volta terminato il periodo di congedo, il dipendente ha il diritto di essere reintegrato nell’azienda.
Ma cosa accade se il dipendente rassegna le dimissioni durante l’anno sabbatico? Di fatto, durante il periodo di congedo non retribuito il rapporto di lavoro è “congelato”. Il lavoratore può rassegnare le dimissioni, rispettando il preavviso, secondo quanto stabilito dal contratto che ha sottoscritto con il datore di lavoro.
L’anno sabbatico e l’Employer Branding
Secondo lo studio Employer Brand condotto da Randstad nel 2020, il 68% dei dipendenti italiani considera importanti i benefit non monetari. Concedendo un benefit come l’anno sabbatico, il datore di lavoro dimostra di tenere in giusta considerazione il benessere dei dipendenti, permettendo loro di ampliare gli orizzonti professionali e individuali. È un’offerta che contribuisce, dunque, in modo positivo alla reputazione dell’azienda e costituisce un elemento importante nella strategia di employer branding.
Distinguendosi dai concorrenti e contribuendo all’immagine della propria azienda come luogo di lavoro “ideale”, un datore di lavoro è in grado di attirare i migliori talenti, i quali, grazie alla giusta motivazione, possono far crescere i profitti fino al 200%, come documentano alcuni studi di settore.
Come pianificare un anno sabbatico dal lavoro
Richiedere qualche mese di pausa dal lavoro per conseguire i propri obiettivi personali può essere stimolante. Vi sono però alcuni aspetti che il lavoratore dovrà tenere in considerazione prima di richiedere formalmente all’azienda un anno sabbatico. Di seguito troverai i nostri consigli:
1. L’anno sabbatico non è retribuito. È importante quindi assicurarsi di disporre dell’adeguata copertura finanziaria in questi mesi di assenza dal lavoro, valutando le spese ricorrenti e quelle legate all’anno sabbatico (ad esempio, costi di formazione).
2. Se il lavoratore intende usufruire dell’anno sabbatico per formarsi, prima di richiedere l’autorizzazione alla società dovrà informarsi sui requisiti e sulle tempistiche da rispettare per tale formazione. Ad esempio, alcuni corsi universitari prevedono date di inizio non flessibili, obblighi di frequenza, o ancora presentano una finestra ben precisa in cui è possibile presentare la propria iscrizione; il lavoratore dovrà informarsi inoltre su eventuali prerequisiti per accedere alla formazione (ad esempio crediti universitari mancanti).
3. Durante l’anno sabbatico, il lavoratore non avrà diritto alla contribuzione. Dovrà quindi valutare se ricorrere alla contribuzione volontaria oppure se rinunciare alla contribuzione per i mesi di pausa.
4. In vista del proprio futuro lavorativo, il lavoratore dovrà individuare le esperienze e le competenze che acquisirà durante l’anno sabbatico. Ad esempio, oltre alle competenze tecniche acquisite per mezzo della formazione, altre esperienze (quali viaggi o volontariato) potrebbero permettere di acquisire soft skill, come competenze linguistiche, comunicative o organizzative. Queste competenze trasversali potrebbero essere molto apprezzate dal datore di lavoro.
5. Un ultimo consiglio è quello di pianificare per tempo e avvisare l’azienda con un adeguato preavviso. In questo modo il lavoratore potrà non solo trovare un’alternativa nel caso in cui la società rifiuti la richiesta di anno sabbatico (ad esempio un corso online invece di quello in presenza che avrebbe desiderato frequentare), ma in caso di risposta positiva il lavoratore potrà anche organizzare sia l’attività a cui si dedicherà durante l’assenza, sia il passaggio di consegne con i colleghi.
Conclusione
L’anno sabbatico è un periodo di interruzione della carriera lavorativa che consente al dipendente di dedicarsi ai suoi interessi e alle sue esigenze personali. È un periodo di congedo non retribuito al termine del quale il dipendente verrà reintegrato nel suo posto di lavoro.
Il datore di lavoro non ha l’obbligo di concedere l’anno sabbatico a un dipendente che ne faccia richiesta. Tuttavia, l’offerta di benefit non monetari contribuisce al benessere dei dipendenti e alla loro motivazione, migliorando la reputazione aziendale.
Per un Absence Management pratico e accurato, anche nel caso di un’assenza prolungata come l’anno sabbatico, può esserti utile il software di gestione delle assenze di Personio, che ti consente di pianificare, gestire e tenere traccia in modo accurato di tutte le assenze, come ferie, malattia e permessi.
Domande frequenti
Cos’è l’anno sabbatico?
L’anno sabbatico è un periodo non retribuito di astensione dal lavoro.
Il dipendente che prende l’anno sabbatico conserva il posto di lavoro?
Sì, una volta terminato il periodo di congedo, il dipendente viene reintegrato nella sua mansione.
Quali sono le motivazioni per le quali il dipendente richiede un anno sabbatico?
In generale, le motivazioni per la richiesta dell’anno sabbatico riguardano le esigenze individuali del lavoratore.
Per legge il datore di lavoro è tenuto a concedere l’anno sabbatico?
No, il datore di lavoro può negare l’anno sabbatico o chiedere di frazionarlo o rinviarlo.
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